L'Italia è al quintultimo posto tra i 28 paesi membri per capacità di assorbimento dei fondi europei. Uno dei motivi che determinano questa inefficienza nella capacità di spesa dei fondi strutturali in Italia è rappresentato dal pesante ritardo che si registra nell'approvazione, da parte della Commissione europea, dei programmi destinati a impiegare tali risorse.
Ciò si traduce in una drastica riduzione dei tempi a disposizione per impiegare i fondi.
Ma perché la Commissione boccia frequentemente i nostri documenti di programmazione?
Ciò si traduce in una drastica riduzione dei tempi a disposizione per impiegare i fondi.
Ma perché la Commissione boccia frequentemente i nostri documenti di programmazione?
Per l'Italia, dal 29 ottobre 2014, data di approvazione dell' Accordo di Partenariato, solo 11 programmi operativi regionali FESR e tre nazionali sono stati approvati.
La Commissione rileva numerose criticità nei nostri documenti e richiede le opportune modifiche e integrazioni, il che rende più complessa e lunga la negoziazione.
Di fatto, per diverse regioni italiane, la programmazione 2014/2020 diventerà molto più breve (2016/2020?): una volta approvati da Bruxelles, i programmi dovranno appunto diventare operativi, organizzarsi per l'emanazione dei bandi e la selezione dei progetti, con tutte le inevitabili lentezze burocratiche che ci caratterizzano.
Di fatto, per diverse regioni italiane, la programmazione 2014/2020 diventerà molto più breve (2016/2020?): una volta approvati da Bruxelles, i programmi dovranno appunto diventare operativi, organizzarsi per l'emanazione dei bandi e la selezione dei progetti, con tutte le inevitabili lentezze burocratiche che ci caratterizzano.
Ma quali sono le debolezze comuni e ricorrenti contestateci dai zelanti funzionari UE? Un elenco, non esaustivo ma piuttosto rappresentativo, è il seguente:
- analisi e diagnosi territoriali spesso non supportate da dati oggettivi;
- strategia non sempre derivante logicamente dall'analisi delle lacune/debolezze elencate nella diagnosi;
- presenza di numerosi obiettivi poco chiari e misurabili;
- vaghezza dei risultati;
- investimenti eccessivamente frammentati;
- tempistica degli interventi incerta;
- scarsa appropriatezza degli indicatori proposti per misurare i risultati.
Per essere aggiornati sullo stato dei programmi operativi approvati, è possibile consultare l'atlante predisposto dalla DG Regio.
Nessun commento:
Posta un commento